La Calabria, sole e tradizione.

14/07/2021

La regione costituisce la punta dello stivale. È bagnata a ovest dal mar Tirreno, a est dal mar Ionio, a nord-est dal golfo di Taranto e a sud-ovest è separata dalla Sicilia dallo Stretto di Messina, la cui distanza minima tra Capo Peloro in Sicilia e Punta Pezzo in Calabria è di soli 3,2 km, dovuta al legame geologico presente in profondità tra il massiccio dell'Aspromonte e i monti Peloritani.

Piccole cittadine arroccate sul paesaggio. 

Il clima calabrese è generalmente di tipo mediterraneo. Il litorale ionico è più secco e arido di quello tirrenico che si presenta con un clima più mite. Le temperature in genere lungo le coste non scendono mai sotto i 10 °C e non salgono mai sopra i 40 °C, con punte di 42-44 °C nei mesi estivi.

Il territorio della Calabria

Nell'era augustea dell'Impero Romano l'attuale regione era conosciuta come Bruttium, dalla popolazione che l'abitava. Ancora prima, attorno al XV secolo a.C., queste terre erano conosciute con il nome di Italia, dalla popolazione degli Itali, discendenti degli enotri. I Greci indicarono l'origine del nome in Ouitoulía dal vocabolo "Italòi" (plurale di Italós), 

Le origini del nome "Italia".

Periodo italico e Greco

Tali popolazioni dunque (Ausoni-Enotri-Itali, di origine indoeuropea, Italici appartenenti al gruppo latino-falisco), avrebbero abitato prevalentemente le zone costiere. In seguito i Greci fondarono fiorenti colonie, così magnificenti da guadagnarsi l'appellativo di Magna Grecia (Grande Grecia), così importanti da superare, in alcuni casi, la stessa madrepatria.

Mitologia

Secondo il mito, Aschenez, pronipote di Noè, mercante semita ed inventore della barca a remi, giunse tre generazioni dopo il diluvio universale sulle sponde dove fu fondata Reggio. 

I piccoli borghi sono considerati fra i più belli d'Italia.

La popolazione calabrese presenta ancora oggi un'identità abbastanza variegata, per questo l'insieme dei dialetti parlati nella regione rispecchia tali caratteristiche. Come la maggior parte dei dialetti italiani, il calabrese meridionale come quello settentrionale non hanno alcuna ufficialità.

A causa delle molteplici radici storiche della regione, esistono zone della Calabria in cui si parlano ancora lingue e dialetti di diretta derivazione da altre lingue. Nel nord della regione si parla un dialetto derivante dalla lingua napoletana, mentre nel sud della regione si riscontrano numerose somiglianze del dialetto locale con la lingua siciliana, ma complessivamente il vernacolo parlato in tutta la regione è spesso identificato come "calabrese".

La regione era già abitata in epoca preistorica. 

La Calabria è una delle regioni italiane più povere, nonostante l'alto tasso di economia nascosta renda inquantificabile l'effettiva ricchezza della Regione. La presenza di una delle principali organizzazioni criminali, la lontananza dei mercati e la carenza cronica di infrastrutture infatti rende il tessuto economico calabrese notevolmente fragile e troppo legato alle variazioni economiche congiunturali.

Agricoltura

Nel settore primario, l'agricoltura è sviluppata soprattutto nella coltivazione di ulivi (la regione è al secondo posto in Italia per la produzione di olio, dopo la Puglia), di viti e di agrumi.

La Calabria produce circa un quarto della produzione nazionale di agrumi;[35] in particolare, nella regione si concentra circa il 62% della produzione totale di clementine. 

La coltivazione delle clementine è forte nel territorio

Lungo la fascia tirrenica, tra le provincie di Vibo Valentia, Catanzaro e Cosenza, è coltivata la famosa Cipolla rossa di Tropea, che nel 2008 ha ottenuto la certificazione IGP.

La principale risorsa turistica calabrese è il mare, con una costa di 780 chilometri affacciata sui mari Tirreno, Ionio e Stretto di Messina. Lo scarso sviluppo industriale e l'assenza di grandi città sulla gran parte del territorio hanno permesso di preservare in molti casi l'ambiente marittimo. Le presenze turistiche sono collegate anche alla presenza sul territorio di numerosi resti archeologici, come nei casi di Reggio Calabria, Locri, Palmi, Crotone, Sibari e Roccelletta di Borgia.  

Peperoncino di Calabria

Il peperoncino è una pianta (e frutto) appartenente al genere Capsicum (lo stesso dei peperoni dolci) della famiglia delle Solanacee. Secondo alcuni, il nome latino "Capsicum" deriva da "capsa", che significa scatola, e deve il nome alla particolare forma del frutto che ricorda proprio una scatola con dentro i semi. Altri invece lo fanno derivare dal greco kapto che significa mordere, con evidente riferimento al piccante che "morde" la lingua quando si mangia.

La coltivazione del peperoncino calabrese, famoso per la sua "piccantezza"

Il peperoncino piccante era usato come alimento fin da tempi antichissimi. Dalla testimonianza di reperti archeologici sappiamo che già nel 5.500 a.C. era conosciuto in Messico, presente in quelle zone come pianta coltivata, ed era la sola spezia usata dagli indiani del Cile e del Messico. In Europa il peperoncino è arrivato con Cristoforo Colombo che l'ha portato dalle Americhe col suo secondo viaggio, nel 1493.
Introdotto quindi in Europa dagli Spagnoli, ebbe un immediato successo, ma i guadagni che la Spagna si aspettava dal commercio di tale frutto (come quello di altre spezie orientali) furono deludenti, poiché il peperoncino si acclimatò benissimo nel vecchio continente, diffondendosi in tutte le regioni meridionali, in Africa ed in Asia, e venne così adottato come spezia anche da quella parte della popolazione che non poteva permettersi l'acquisto di cannella, noce moscata ecc.

Il "Peperoncino Day" in Calabria.

Il frutto venne così chiamato a causa della somiglianza nel gusto (sebbene non nell'aspetto), con il pepe. Il nome con il quale era chiamato in tutto il nuovo mondo era "chili" e così è rimasto. 

L'origine della cipolla di Tropea

Conosciute per la loro straordinaria dolcezza e aroma, le origini della cipolla di Tropea sono in gran parte sconosciute, ma quasi certamente non hanno iniziato la vita sulla costa tirrenica.

C'è un consenso tra gli storici del cibo sul fatto che le cipolle probabilmente sono arrivate sulla penisola italiana attraverso i Fenici e i Greci, che navigarono e commerciarono attraverso gran parte del Mar Mediterraneo circa 3000 anni fa.

Cipolla rossa dolce usata dagli chef di tutto il mondo.

Nel periodo medievale, Tropea aveva rivendicato il vero e proprio allium rosso vivo.

Numerosi resoconti di questo periodo si riferiscono alle cipolle rosse di Tropea.

Sebbene le cipolle crescano in tutta la regione, il terreno sabbioso e il clima più moderato vicino alla costa producono le cipolle più dolci del mondo.

Cipolle rosse della città di Tropea.