Le funivie italiane nelle Alpi.

06/02/2021

Erano solo una soluzione alpina dettata dalla necessità. Oggi le funivie fanno il loro ingresso anche in città. A Londra c'era the tube, a Parigi il metrò, a Milano il tram. Intanto in Alto Adige si sperimentava con le funivie. E oggi? Le funivie solcano i cieli delle metropoli e il trasporto a fune fa il suo ingresso trionfale in città, a New York come a Rio. All'inizio erano solo teleferiche adibite al trasporto merci sebbene indomiti altoatesini le usassero anche come mezzi di trasporto. Finché due pionieri non riuscirono a dare una svolta alla storia. Tutto iniziò con un ingegnere e un albergatore...

Le Alpi, oggi celebrate come meraviglia turistica e orgoglio del territorio, sono state per secoli un terribile ostacolo per l'uomo e per la tecnica. Il progresso che giunge in pianura, dove la natura è piú benevola, con metropolitane, tram e treni, è precluso alle genti di montagna. Quelle vette poetiche, bianche e immacolate, sono un incubo insopportabile per i trasporti, un indovinello irrisolvibile per gli ingegneri. Fino al XX secolo l'unica soluzione per superarle sono le teleferiche, che pure non risparmiano morti e incidenti. "La funivia ha un enorme vantaggio, quello di rendere fruibile la terza dimensione. Quando gli spazi sono occupati posso spostarmi nell'aria" afferma Jan Sorg, ingegnere della ditta LEITNER Ropeways, tra i leader mondiali del settore. Non è passato molto da quando, più di cento anni fa, questa intuizione ha cambiato radicalmente il modo di vivere la montagna. Per merito di un ingegnere e un imprenditore che hanno insegnato all'Europa a viaggiare appesi a una fune.

D'ingegno, virtù

Questa storia inizia tra le file dei Kaiserjäger, i cacciatori dell'imperatore, il gruppo militare che durante la Grande Guerra occupava gli avamposti alpini per difendere i territori austroungarici. Quella che oggi è una bella fetta d'Italia (Alto Adige, Trentino, Friuli), allora apparteneva ancora agli Asburgo. Nel 1916 l'ingegnere Luis Zuegg, membro del genio militare, si vide consegnare delle funi più corte di duecento metri del previsto. Come avrebbe potuto costruire la teleferica del Monte Rovere, situato nell'odierno Trentino? Il completamento di un'importante operazione militare rischia così di saltare completamente. Zuegg fa di necessità virtù. Contro ogni norma vigente, oltre che contro le conoscenze tecniche del tempo, propone di costruire ugualmente la teleferica, tendendo maggiormente le funi. Pur di non compromettere l'operazione militare i vertici del comando accettano la proposta. Con sua stessa sorpresa, Zuegg constata che la teleferica costruita (tra l'altro nei termini stabiliti) non solo non è pericolosa, raggiunge anche una maggiore velocità.

Il re delle funivie

Luis Zuegg è l'artefice dell'introduzione di tre sistemi che cambieranno per sempre la concezione del trasporto su fune: freni automatici sul carrello, telefonia diretta in cabina e riduzione del grado di sicurezza (quest'ultima sviluppata proprio durante la guerra). La seconda innovazione, il freno montato sul carrello di ogni cabina, è un'innovazione sostanziale del sistema standard, in cui era previsto un apposito filo frenante. Zuegg elimina semplicemente una corda inutile, ottenendo una nuova disposizione dei freni che comporta una riduzione dei costi di logoramento. Infine, la telefonia su gondola è l'ultima grande sorpresa dell'ingegnere di Lana: le corde portanti delle funivie funzionano come cavi telefonici. Per farlo Zuegg sviluppa un sistema, ancora oggi in uso, che isola la corda portante da quella traente.


Grazie alla sperimentazione bellica, ormai affermato imprenditore dello scenario altoatesino, nel 1953 Zuegg compie un'altra impresa: riduce drasticamente i piloni di sicurezza della funivia di Monte San Vigilio presso Merano. Dei ben trentanove piloni esistenti ne rimangono solo quattro. Avanguardia pura. La funivia di San Vigilio, costruita dallo stesso Zuegg nel 1912, già in principio rappresentava un record in Europa: era una delle prime funivie destinate al trasporto passeggeri. Il vero primato, tuttavia, spettava al Colle di Bolzano.

La funivia del Monte S. Viglio costituisce l'unico modo per raggiungere la cima. Così la zona è completamente priva di auto.

"Era il periodo delle grandi invenzioni", ci racconta Wittfrida Mitterer, ideatrice del Curatorium per i beni tecnici culturali e curatrice del Museo della tecnica dell'Alto Adige. Prima c'erano i cavalli e le slitte. Con l'avvento del progresso e della fiducia nel futuro, nel XX secolo in Alto Adige giunge il momento delle funivie. Il mondo è in fermento: Gustave Eiffel ha da poco ultimato la sua tour a Parigi, le locomotive rendono le distanze più brevi ed Henry Ford sviluppa lo storico modello Ford-T. Nel frattempo in Alto Adige il progresso pende a una fune. Letteralmente. Le cremagliere sono troppo costose e non possono essere il futuro per il traporto delle persone in montagna. È il momento giusto per pensare a una nuova soluzione.