Quanti tipi di pasta esistono in Italia?
Oggi sono oltre 300 i tipi di pasta consumati in Italia classificabili in paste secche e fresche (piene o bucate), corte, fini, lisce, rigate. Le innumerevoli varietà di pasta si distinguono infatti per tipologia di impasto, formato, superficie e per l'eventuale presenza del ripieno.
I formati di pasta presenti in commercio erano più di 400 all'inizio degli anni Novanta.
Le fettuccine fresche sono uno dei simboli di Bologna.
Oggi ne sono rimasti 300 tipi circa, considerando le paste classiche, quelle tradizionali e regionali. La produzione industriale infatti sta riducendo progressivamente il numero di formati per esigenze di mercato. Esistono anche formati fantasiosi e forme strane, che vengono però venduti più all'estero.
La città di Gragnano, dove nasce la migliore pasta del mondo.
Una varietà che testimonia, ancora una volta, l'immensa ricchezza del patrimonio culinario italiano, in grado di coniugare storia e innovazione, tradizione e creatività di uno dei prodotti più amati ed apprezzati al mondo.
Com'è arrivata la pasta dalla Cina in Italia?
La forma non è solo frutto della fantasia, i diversi formati sono una questione di gusto e la scelta è legata anche alla consistenza e al condimento con il quale si dovrà sposare la pasta.
La Carbonara, é il piatto italiano più mangiato del mondo.
Simbolo dell'italianità a tavola, la pasta è l'alimento più amato nel nostro paese e all'estero. Tanti i formati, con il primato indiscusso per gli spaghetti. Scopri la classifica di quelli più venduti
Fare i noodles, è un'arte molto antica in china.
L'effetto epidemia Coronavirus in alcune zone italiane ha visto l'immotivato assalto ai supermercati per fare provviste. La fotografia di uno scaffale di pasta vuoto dove sono rimaste solo le penne lisce impazza sul web, tra l'ilarità dei commenti che evidenziano come queste siano il formato meno amato dagli italiani, anche in tempo di crisi. La foto è diventata virale a tal punto che ha spinto alcune aziende a fare delle campagne di istant marketing a favore delle penne lisce. Davvero le penne lisce sono il formato meno amato dagli italiani?
Gli spaghetti freschi esistono da piú di 4 mila anni.
La pasta è l'alimento che più rappresenta il nostro paese, una delle specialità Made in Italy più amate ed esportate all'estero, che ha reso la cucina italiana famosa nel mondo. Per questo motivo è anche molto imitata con tantissimi prodotti Italian Sounding, tanto che la Pasta Panzani, prodotta da una multinazionale franco-spagnola, è la seconda più venduta in Europa. In America, invece, la preparano in tanti modi, anche cuocendo tutto direttamente in pentola, come la ricetta degli spaghetti al pomodoro One Pot Pasta!
Esistono libri, che studiano la strana scienza della geometria della pasta.
Secondo alcune ricerche l'Italia è il paese con il più alto consumo di questo alimento, circa 28 kg annui a persona, ma anche il primo produttore. Il primato indiscusso per il formato più venduto in Italia è degli spaghetti, presente in tutte le tradizioni culinarie regionali, da Nord a Sud Italia, molto versatile e perfetto con tutti i tipi di condimento. I tipi di pasta però sono tanti, circa 300, ed esistono 120 pastifici (dati AIDEPI). Quali sono i formati di pasta più venduti?
Spaghetti con pomodoro, melanzana e burrata - La ricetta dello Chef Cannavacciuolo
La classifica dei 10 formati di pasta più venduti in Italia, secondo i dati forniti dalle principali aziende del settore:
- Spaghetti
- Penne rigate
- Fusilli
- Rigatoni - Eliche
- Spaghetti grossi
- Mezze penne rigate
- Vermicelli
- Mezze maniche - Cravattine - Spaghetto quadrato
- Maccheroni
- Elicoidali - Paccheri
Le origini della forchetta.
Rispondi alle domande:
1. Quanti tipi di pasta esistevano negli anni '90?
2. Perchè alcuni tipi di pasta si sono estinti nell'ultimo decennio?
3. Quanti pastifici esistono in Italia?
4. Cos'è successo durante la pandemia?
5. In quale città sono state inventate le fettuccine?
Formati
In base al tipo di formato, le paste si suddividono in due categorie:
Paste lunghe
- a spessore largo (es. lasagne, reginette e pappardelle);
- a spessore ridotto (capellini, tagliolini e fettuccine);
- a sezione rettangolare o a lente (es. trenette e linguine);
- a sezione tonda (es. spaghetti e vermicelli);
- a sezione forata (es. bucatini).
Paste corte
- minute o pastine per minestre (es. quadrucci, stelline e ditalini);
- medie (es. conchiglie e orecchiette);
- lunghe (es. rigatoni e fusilli);
- ripiene (es. ravioli e agnolotti);
- fantasia dalle forme insolite.
Superfici
A seconda delle caratteristiche della superficie, le paste si distinguono in tre tipologie:
- lisce, apprezzate per la leggerezza
- ruvide e porose, in grado di far aderire meglio il condimento
- rigate, apprezzate per la capacità di trattenere i sughi.
Impasto
Conformemente a quanto riportato nel Dpr n. 187/01, a seconda degli ingredienti e dei diversi parametri analitici, le paste si suddividono rispettivamente in:
- pasta di semola di grano duro: l'impasto contiene semola di grano duro, acqua ed un più elevato quantitativo di cruscame. Tra i requisiti per rientrare in tale categoria, vi è un'umidità massima del prodotto finale pari al 12,50%;
- pasta di semola integrale di grano duro: l'impasto contiene semola integrale di grano duro e acqua e si caratterizza per un più elevato contenuto in fibre;
- pasta all'uovo: l'impasto contiene semola, acqua e uova (non meno di 4 uova intere di gallina/kg) e si caratterizza per un più elevato contenuto nutrizionale proteico;
- pasta fresca: l'impasto viene preparato anche con farina di grano tenero. Il prodotto finale si caratterizza per un'umidità variabile tra il 24-30% e deve essere conservato a temperatura non superiore ai +4 °C, con una tolleranza di 2 °C;
- pasta stabilizzata: il prodotto finale si distingue per un'umidità non inferiore al 20%;
- paste dietetiche: caratterizzate da una specifica combinazione di ingredienti, si suddividono in senza glutine, proteiche, integrali e a rapida cottura (contenenti maggiori quantitativi di acqua);
- paste speciali: l'impasto contiene ingredienti alimentari ulteriori (es. spinaci e pomodoro). Per legge, sono denominate sulla base dell'ingrediente base impiegato (semola, semolato o semola integrale di grano duro).