21 Febbraio, é il giorno dell'emigrazione italiana in Brasile

21/02/2021

Il 21 febbraio di ogni anno in Brasile, é il giorno nazionale dell'emigrazione italiana. La data e' stata istituita con una legge federale promulgata il 2 giugno 2008 dal Vice Presidente della Repubblica brasiliana, Jose' Alencar, nel palazzo presidenziale del Planalto, a Brasilia, nel corso di una cerimonia alla quale hanno partecipato l'Ambasciatore d'Italia in Brasile, Michele Valensise, e tutti i Consoli.

Il 21 febbraio del 1874 è la data a cui viene fatto risalire il promo sbarco in Brasile degli emigranti veneti, a Vitoria, nello stato brasiliano dell'Espirito Santo. Con questa nuova legge federale il Brasile rende omaggio al contributo che l'emigrazione italiana ha fornito alla cultura, all'economia e al carattere nazionale del Brasile.

La storia tra Italia e Brasile è lunga e antica. Dopo la caduta di Napoleone, il Congresso di Vienna (1814-1815) stabilì nuovi Stati e Nazioni, oltre che una nuova organizzazione agli stati europei. Poco tempo dopo il Risorgimento e l'unificazione italiana, grande parte della popolazione si trovava con problemi finanziari. Milioni di disoccupati, contadini senza terre, ecc. La soluzione fu cercare una nuova vita altrove.

Secondo il sociologo italiano Renzo M. Grosselli, la spedizione di Pietro Tabacchi fu il primo caso di grande emigrazione dal nord Italia al Brasile. Il nome della colonia creata nell'Espirito Santo(sudest del Brasile) era Nova Trento(Nuova Trento). Almeno altre 3 Nuove Trento furono fondate dai trentini in terre brasiliane. Quindi, si può dire che la città di Santa Cruz fu la culla dell'emigrazione italiana in Brasile.

Chi fù Pietro Tabacchi?

Sempre secondo il sociologo italiano Renzo M. Grosselli, Pietro Tabacchi è stato un commerciante e avventuroso trentino che ha lasciato l'Italia sfuggito dai creditori dopo la sua bancarotta.

Si è stabilito in Brasile nella città di Santa Cruz nello Espírito Santo dove creò la fattoria "Monte delle Palme" probabilmente nel 1851. Con la scusa, che la produzione di caffè nell'Espirito Santo avrebbe un futuro con la sostituizione della forza di lavoro schiava, convinse tanti italiani a lasciare la loro nazione verso lo sconosciuto. La nave a vela "La Sofia" lasciò il porto di Genova il 3 gennaio 1874 verso la città di Vitória. Sempre nel 1874 il 21 febbraio arrivò nella capitale dell'Espirito Santo. Oltre i 388 lavoratori, arrivarono anche un capellano e un medico.

Veneti in Brasile - Storie dell`emigrazione italiana

Meno di un mese dopo lo sbarco, i coloni hanno iniziato a implorare la risoluzione del contratto con Tabacchi. Invece delle case promesse agli immigrati, costruì un enorme capannone e li costrinse a vivere promiscuamente. Inoltre, per raggiungere la terra coltivabile, i lavoratori hanno dovuto affrontare un viaggio su strada di sei ore in condizioni precarie. I coloni volevano partire per altre terre.

Cartelloni pubblicitari, richiamavano gli italiani, con promesse di terre e lavoro.

Tabacchi pubblicò addirittura una pubblicità su un giornale di Vitoria nel maggio 1874, minacciando di consegnare alla giustizia coloro che avevano assunto i coloni che aveva portato dall'Italia. Ciò non ha impedito agli immigrati, con il sostegno del governo, di prendere gradualmente un'altra destinazione. Alcuni andarono a Rio Novo, altri a Santa Leopoldina, alcuni fondarono Santa Teresa, e infine un piccolo gruppo si spostò nel sud del paese. Solo 20 famiglie hanno deciso di continuare con Tabacchi.

Sezione trasversale della nave "Duilio Giulio Cesare". Cosí viaggiavano coloro che cercavano un sogno in terre lontane.

Vedendo la bancarotta della sua impresa, con gravi perdite (aveva contratto debiti per portare avanti il progetto di colonizzazione), Tabacchi aveva aggravato il suo stato di salute e morì nel 1874.

Museu da Imigração de São Paulo.

Altri viaggi verso il Brasile

Ufficialmente, l'immigrazione iniziò in Brasile con l'arrivo della nave "Rivadavia", che il 31 maggio 1875, con 150 famiglie italiane, mandò a Santa Leopoldina, da dove andarono a Timbuí e fondarono Santa Teresa, tutte le località situate nel Stato di Espírito Santo. La Seguono altre navi dal 1874 al 1894: "Mobely", "Itália", "Werneck", "Oeste", "Izabella", "Berlino", "Clementina", "Adria", "Colúmbia", "Maria Pia"," Regina Margherita", "Solferino", "Andréa Dória", "Savona", "Citá de Genova", "Roma", "Baltimore", "Savóia", "Pulcevere", "Birmania", "Las Palmas", "La Valleja" e infine "Mateo Bruzzo ", arrivando con 528 famiglie nell'ottobre del 1894.

La fine dell'immigrazione

Il 20 luglio 1895, il governo italiano proibiva severamente l'emigrazione all'Espirito Santo. Questa misura è stata una conseguenza del rapporto inviato dal Console d'Italia in questo stato, sottolineando le difficoltà che l'emigrato era costretto a sopportare: cibo scadente, abusi della polizia e giustizia incerta, tempo malsano, scarsa assistenza medica e scolastica, eccessivo ritardo nella misurazione di lotti e divisione di terreni, ecc.

I nostri bisnonni poveri emigranti - 16 milioni 1870/1915 in Brasile 

Attualmente

Oggi circa 25 milioni di discendenti di immigrati italiani vivono in Brasile. Molti hanno la cittadinanza, la maggioranza non parla italiano né conosce il Belpaese, ma sognano comunque di tornare in Italia un giorno, per viverci o almeno conoscere le terre dei loro antenati.

Crediti Testi: Danielle Cardoso 

Introduzione: Prof. Thiago Toniatto

Sito: https://medium.com/@danielledemoraes21