Gli animali del Colosseo.

31/05/2021

Una tipica giornata al Colosseo includeva diversi tipi di spettacoli. In linea generale, la mattina si assisteva alle cacce con animali selvaggi (venationes), all'ora di pranzo si approntavano le condanne a morte da eseguire pubblicamente e il pomeriggio si esibivano i gladiatori. Quando si pensa agli animali del Colosseo la prima immagine che viene in mente è un leone che ruggisce o che si aggira nell'arena a caccia della sua preda o che sbrana il povero malcapitato di turno. Tuttavia i leoni non erano gli unici animali esotici ad essere catturati, trasportati e usati nel Colosseo.

Dopo la caduta dell'impero il Colosseo venne abbandonato; c'erano addirittura abitazioni e una chiesa all'interno e sull'arena.

Il pubblico di Roma nel corso dei secoli ebbe la "fortuna", pur non disponendo degli odierni mezzi di comunicazione o della nostre possibilità di viaggiare, di vedere un numero e una grandissima varietà di animali. Da dove provenivano? L'odierno Egitto forniva coccodrilli, rinoceronti, ippopotami e dal sud dell'Egitto provenivano le giraffe. Da diversi paesi dell'Africa settentrionale arrivavano gazzelle, antilopi, sciacalli, struzzi, iene, leoni, ghepardi, pantere, elefanti e dai monti dell'Atlante in Marocco gli orsi. Anche i paesi del medio oriente che si affacciano sul Mediterraneo fornirono diverse specie di felini, ma solo fino al I secolo a.C. Ogni tigre prima di arrivare a Roma aveva viaggiato moltissimo: proveniva infatti addirittura dall'India e chissà che meraviglia suscitò fra i Romani del I secolo a.C. che la videro per la prima volta.

Chissà che meraviglia suscitò fra i Romani la tigre. 

L'Italia e diversi paesi europei fornivano invece tutti gli erbivori come le lepri, i caprioli, i cervi, i cinghiali, gli asini ma anche orsi, bisonti, tori e lupi. I Romani vissuti al tempo di Nerone ebbero anche il privilegio di vedere un alce. 

Le lotte tra Gladiatori erano popolari, ed erano considerati come degli eroi dalla popolazione.

I costi di cattura, trasporto, mantenimento delle fiere provenienti dall'Africa o dall'Asia erano comprensibilmente molto più alti di quelli degli animali che venivano dall'Italia o dall'Europa. 

E parliamo di costi elevatissimi... Non a caso infatti la maggioranza dei giochi nel Colosseo veniva sponsorizzata dall'imperatore: egli era infatti l'unico che poteva disporre di risorse finanziarie sufficienti a organizzare queste costosissime mattanze. 

Progetto galleria olografica e video-proiezioni nel Colosseo.

Tuttavia la difficoltà di reperimento di animali, unita ai costi sempre più alti di trasporto e mantenimento, obbligò gli organizzatori degli spettacoli a cambiare gradualmente i programmi offerti. Per ogni animale che arrivava a Roma, bisognava contarne molti altri che nel frattempo erano morti durante il trasporto per la penuria o per le differenti condizioni climatiche.

Gladiatori Di Roma Contro Le Belve.

Roma, rispetto all'Africa o al medio oriente aveva temperature più rigide e non tutti gli animali riuscivano a sopravvivere al lungo viaggio che li attendeva prima di essere massacrati nel Colosseo. Anche se Roma oggi può sembrare una città molto calda (e d'estate sicuramente lo è!) ai tempi dei Romani le temperature medie, secondo alcuni studi, erano più basse di alcuni gradi, cosa questa che senz'altro non facilitava la permanenza di grandi predatori o di diversi altri tipi di animali abituati invece a temperature molto più elevati.

I cristiani venivano puniti sull'arena del Colosseo, si calcola più di 1 milione.

La cattura ed il trasporto degli animali, che dovevano rimanere in buone condizioni e viaggiare per migliaia di chilometri, era una grandissima impresa. Le fiere venivano catturate in tutto il territorio dell'impero e la caccia, inizialmente non popolare nella cultura romana, giudicando dai mosaici e dai dipinti tardo imperiali di catture, spedizioni e trasporti, divenne un'attività tradizionale. Ciò che rendeva la caccia ancora più pericolosa era il fatto che gli animali dovevano ovviamente essere catturati vivi. Le bestie dovevano essere intrappolate, messe dentro gabbie e molte volte imbarcate su navi. Va da sé che durante il tragitto e i giorni del trasporto dovevano essere nutrite e tenute in buone condizioni. I rischi che una buona parte degli animali arrivassero morti a destinazione erano molto alti. Le fiere potevano morire per infezioni causate da cibi diversi a quelli cui erano abituate, maltrattamenti di custodi poco pazienti, ferite auto-procuratesi in gabbia, differenze di clima.

Parco archeologico del Colosseo, dove possiamo fare varie attività anche con i bambini.

Gli erbivori venivano catturati senza particolari rischi anche se occorreva particolare destrezza; per catturare cinghiali, antilopi o cervi si usava una sorta di tagliola innocua senza punte che potessero ferire l'animale. Nel caso di bisonti o tori si costruivano recinti chiusi verso cui indirizzare gli animali con l'aiuto di cani oppure si scavavano fosse nel terreno. Per stanare invece lepri e conigli bisognava avere molta pazienza, ottimi riflessi e cani affidabili. Per quanto riguarda la cattura dei felini essa avveniva secondo procedimenti leggermente diversi. Una volta individuata l'area in cui catturare i predatori, i cacciatori iniziavano a scavare diverse fosse da usare come trappole. Al centro della fossa si sistemava un capretto o un agnello che veniva legato stretto in modo che emettesse belati tali da attirare l'attenzione della fiera. La preda veniva legata in cima a un pilastrino di legno, terra o pietra e si nascondeva la fossa intorno con rami e frasche.

Sull'arena erano montate scenografie che ricordavano il paesaggio africano, alcune volte erano inscenate anche battaglie navali allagando l'arena.

Una volta catturati, gli animali dovevano essere trasportati a Roma: era questa la parte più complessa dell'intera operazione. In tempi antichi infatti viaggiare non era agevole e comportava sempre una serie di rischi, primo fra tutti, come già accennato, la morte degli animali. La percentuale di animali che arrivavano vivi era infatti molto bassa nonostante tutte le cautele e le attenzioni che si potevano predisporre. Nella maggioranza dei casi i trasporti venivano effettuati via mare per ridurre i tempi. Gli animali venivano portati in un centro raccolta e da lì al porto più vicino dove li attendevano speciali imbarcazioni adattate appositamente al loro trasporto. Gli animali più feroci viaggiavano in gabbie resistenti e sicure, gli erbivori venivano lasciati generalmente più liberi. Prima di iniziare la traversata bisognava programmare anche il trasporto del cibo per sfamare le fiere durante il tragitto: si può parlare a volte anche di qualche tonnellata di cibo specialmente nel caso di grandi erbivori come gli elefanti. Un ulteriore rischio legato al trasporto via mare era quello delle tempeste: in caso di tempesta infatti le possibilità di uscirne vivi non erano molto alte, ma questo riguardava ovviamente tutti i viaggi in mare, non soltanto quelli relativi al trasporto di animali.

Lotte fra gli schiavi, catturati nei paesi conquistati dall'impero; anche gladiatori famosi furono schiavi, ai quali erano conceduti privilegi.

A Roma gli animali che giungevano vivi via mare arrivavano a Ostia e da lì venivano trasportati attraverso il Tevere in città. Si risaliva il fiume e si portavano gli animali in appositi vivaria, strutture dove venivano almeno in parte addestrati e tenuti nei giorni che precedevano gli spettacoli. Gli elefanti con ogni probabilità coprivano via terra quest'ultima parte del tragitto per giungere a Roma. Differentemente da quanto si fa nei moderni zoo, i Romani non erano interessati a riprodurre fedelmente gli habitat degli animali cacciati. Sapevano infatti che la maggioranza di essi sarebbero morti comunque molto presto e non c'era ragione di allietare quel poco di vita che restava loro prima degli spettacoli di caccia. I vivaria a Roma erano collocati in aree lontane dalle zone "sensibili", come diremmo oggi, come il Senato, il Foro o la residenza dell'imperatore.

Uno dei vivaria era collocato all'interno dell'Anfiteatro Castrense, nei pressi dell'attuale basilica di Santa Croce in Gerusalemme. Da queste strutture, generalmente il giorno prima, gli animali venivano poi condotti al Colosseo dove per l'iniziale processione di presentazione venivano bardati e abbigliati e in questo modo sontuoso presentati agli spettatori prima dell'inizio dei giochi (pompa). Venivano poi ricondotti nei sotterranei e da lì aspettavano il loro momento per salire nuovamente nell'arena ed essere immolati davanti a migliaia di Romani urlanti e festanti.

Rispondi alle domande:

1. Quale strano animale videro i Romani all'epoca di Nerone?

2. Prima di entrare nell'arena, dove venivano tenuti gli animali?

3. Da dove venivano le tigri, e cosa suscitavano negli spettatori?

4. Oltre agli animali, quali spettacoli succedevano nell'arena dell'anfiteatro?

5. Gli animali erbivori erano più difficili da catturare?

6. Su quale mezzo di trasporto erano caricati, fino alla costa di Roma?

7. Gli spettacoli erano diversi, dipendendo dall'orario che si arrivasse al Colosseo?

8. Quali tipi di animali i romani catturavano in Egitto?

9. Chi finanziava il Colosseo? Per quali ragioni?


Fai il singolare e plurale degli animali del Colosseo (almeno 15) sul quaderno, usando gli articoli:

es. la giraffa = le giraffe