Il bicentenario di Napoleone, tra miti e polemiche.

05/05/2021

Da un lato, coloro che difendono l'imperatore dei francesi e la sua eredità. Dall'altra parte, chi denuncia i suoi crimini. Ma è sopratutto il dibattito sul ripristino della schiavitù e sui massacri nelle isole caraibiche che assume centralità. Perché sono in gioco visioni diverse della Francia.

Nelle battaglie, Napoleone era invincibile

Il 5 maggio saranno passati duecento anni dalla morte di Napoleone. Sono previsti numerosi eventi in suo onore. Il presidente Emmanuel Macron terrà un discorso all'Institut de France per ricordarlo e poi deporrà una corona di fiori sulla tomba-sarcofago a Les Invalides. In che modo celebrare il generale è questione che molti si sono posti. 

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Ricordarlo come l'uomo politico che ha trasformato lo stato francese, contribuendo attraverso le guerre a diffondere le idee dell'Illuminismo e della Rivoluzione oppure come un feroce despota che conquistò l'Europa, condannandola a numerosi anni di guerre, e soprattutto restaurò la schiavitù che la Rivoluzione aveva eliminato?

La questione non è di poco conto. Perché la celebrazione del bicentenario avviene proprio quando è in corso un forte dibattito attorno alle questioni della razza e dell'identità. Da un lato vi sono i difensori del modello repubblicano francese, secondo il quale la razza - non solo e ovviamente quella in termini biologici ma anche quella intesa come prodotto di assetti sociali e decisioni politiche - non esiste poiché l'identità primaria è quella del cittadino francese, che gode di tutti i diritti, a prescindere dall'appartenenza religiosa, etnica, razziale, di genere e di orientamento sessuale. 

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Dall'altra vi sono i critici dell'universalismo francese i quali affermano che il non riconoscimento formale della razza non significa che le razze - nella loro accezione culturale e come prodotto degli assetti sociali - non esistano: questi considerano l'universalismo del modello repubblicano una forma di "color blindness" (per utilizzare un termine del dibattito statunitense), una "neutralità" fittizia politica e giuridica nei confronti delle differenze.

L'epoca di Napoleone

Proprio nel tentativo di rimettere in discussione il modello repubblicano e la narrazione nazionale del paese come un campione dei diritti umani universali, tanto la lunga storia francese della schiavitù quanto quella del colonialismo sono recentemente e sempre più oggetto di dibattito da parte dei critici del modello repubblicano. L'idea è che mettere un velo e raccontare solo parzialmente la storia della schiavitù e del colonialismo nutrano dei risentimenti profondi in una società sempre più plurale e multiculturale e incoraggino le persone a ritirarsi nella propria identità.

Napoleone é incoronato Imperatore

Le atrocità commesse dall'esercito francese su ordine di Napoleone in quei territori sono documentate e conosciute. Eppure, dice Daut, si preferisce celebrare la memoria del Napoleone uomo di stato, ritenendola di maggiore rilevanza rispetto ai massacri della popolazione nera ad Haiti e in altre isole caraibiche. 

Napoleone all'isola d'Elba.

E che si estende alla constatazione della strada che resta da fare nel sistema dell'insegnamento francese delle pagine buie della storia del paese. La difficoltà da parte del paese, per alcuni, a confrontarsi con il razzismo endemico nella società francese.

Cosa ci é rimasto di Napoleone? Un'icona POP?

La lettura stessa della figura di Napoleone non ha mai smesso di cambiare dalla sua morte. Napoleone è stato di volta in volta una gloria militare nazionale, una garanzia rivoluzionaria, un principio di autorità e di stabilità, un dittatore. Il ricordo e l'uso politico di volta in volta propagandato ha subito più metamorfosi perché nel tempo è cambiato molto come il personaggio storico è apparso agli occhi della popolazione.

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